giovedì 10 gennaio 2019
SEZ. POLITICA Migranti, governo trema sugli sbarchi. Poi intesa nella notte: solo 10 in Italia
INSERITO DA ANGELINA CECERE ROMA L'annuncio della tregua arriva poco dopo l'una di notte, al termine di un vertice di 90 minuti. «Manteniamo l'impegno ad accogliere donne bambini senza dividere nuclei familiari, li affideremo alla chiesa Valdese che si è offerta di accoglierli senza oneri per lo Stato», recita una nota di palazzo Chigi. E ancora: «In attesa dei trasferimenti da Malta di queste poco più di 10 persone, il premier Conte chiederà un incontro urgente con il commissario europeo Avramopoulos per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto l'Italia aspetta che siano accolti dalla Germania, Olanda e altri 7 paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni». Saranno affidati alla Chiesa Valdese: «Non sarà lo Stato a pagare» Salvini minacciò la crisi: «Vi siete piegati a Bruxelles» Insomma, una mediazione. I migranti da Malta arriveranno, ma soltanto dopo che oltre 200 immigrati già presenti in Italia saranno ricollocati in Europa. E Matteo Salvini esulta: «Io non cambio idea, anzi faccio due passi in avanti. Non ci sarà nessun arrivo in Italia finché l'Europa non rispetterà gli impegni presi (a parole) con l'Italia, accogliendo gli immigrati sbarcati in estate tra Pozzallo e Catania che dovevano già essere ricollocati. Il governo è compatto sulla linea rigorosa, porti chiusi, lotta agli scafisti e alle Ong. Aggiungo che ogni nuovo eventuale arrivo dovrà essere a costo zero per i cittadini Italiani». LO SBARCO MALTESE Un epilogo che chiude una giornata ad altissima tensione, aperta con lo sbarco a Malta dei 49 migranti per 19 giorni rimasti a bordo delle navi delle ong Sea Watch e Sea Eye. La situazione nel Mediterraneo si sblocca in mattinata, con l'annuncio dell'accordo raggiunto a Bruxelles (dove è presente il ministro dell'Esteri Moavero Milanesi) da parte del premier maltese Joseph Muscat: 8 paesi europei, compresa l'Italia, hanno accettato di accogliere i 49 a bordo delle navi e altri 131 migranti che nei giorni scorsi erano stati salvati dalle motovedette maltesi. Francia e Germania ne prenderanno 60 ciascuno, il Portogallo 20, Irlanda, Lussemburgo e Olanda ne accoglieranno 6 ciascuno e 5 la Romania. Secondo numeri che circolano a Bruxelles, dovrebbero arrivare intorno ai 25 migranti in Italia. Ma alla fine, appunto, palazzo Chigi parla di «una decina» di persone. L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati commenta e critica: «Inaccettabile aspettare 18 giorni per trovare una soluzione». LA TENSIONE Nel governo italiano scatta una mezza crisi. Per un Salvini intenzionato a non cedere («Io non sono stato nemmeno consultato»), c'è un Conte che si è detto pronto ad andare a prendere con l'aereo donne e bambini. Il leader della Lega lancia sui social network una campagna praticamente contro il suo premier: «Io non mollo». Il «Capitano», in missione per le europee a Varsavia in versione federatore sovranista, non fa nulla per dissimulare la propria rabbia contro l'«avvocato del popolo», reo di averlo sfidato nel suo campo. «Serve un chiarimento - dice - io non autorizzo arrivi». Dal M5S invece rivendicano l'operazione. Si tratta di «alcune famiglie» dice il presidente della Commissione per le politiche Ue della Camera Sergio Battelli, che poi aggiunge: «L'accordo è stato raggiunto grazie alla mediazione del premier Conte». Ma è proprio questa mediazione e l'evidenza che alla fine la linea del premier ha prevalso che non vanno giù a Salvini. «Quella di Conte - attacca - è una scelta che non ha senso. Cedere alle pressioni e alle minacce dell'Europa e delle ong è un segnale di debolezza che gli italiani non meritano». Luigi Di Maio si tiene fuori dallo scontro, salvo comparire alle 23 a Palazzo Chigi per un vertice chiarificatore. In Transatlantico, intanto, per tutta la giornata gli uomini vicini a Salvini ammettono: «Non sarà la fine del mondo, ma di sicuro qualcuno qui ci rimette la faccia e dovrà fare un passo indietro». Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti getta acqua sul fuoco a metà giornata: «Non penso il governo sia a rischio, ma non credo che la vicenda si possa considerare risolta». Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5S) alza la tensione: «Su questa vicenda è competente il governo e non un singolo ministro». Per un paio di ore le diplomazie tra M5S e Lega si interrompono. Si parla inizialmente di un vertice a due tra Salvini e Conte. «Ma non a Palazzo Chigi». Di Maio sembra tenersi laterale, dopo l'intervento molto netto del presidente del Consiglio. Addirittura escono anche altre indicazioni dai rispettivi staff: nessun incontro tutto rinviato, niente è sicuro. Fino alla notizia della riunione che comincia poco dopo le undici di sera. A tre, quindi anche con Di Maio. A vertice in corso Salvini twitta: «Sui migranti non cambio idea».
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