lunedì 7 gennaio 2019

NEWS ITALIA E DAL MONDO Reddito di inclusione, la moglie di un boss mafioso fa domanda al Comune per ricevere l'assegno



INSERITO DA ANGELINA CECERE Se il crimine non paga, lo fa lo Stato: ha dell'assurdo la notizia, pubblicata oggi dalle pagine locali di Palermo del quotidiano la Repubblica, della moglie di un boss mafioso che ha presentato domanda per accedere al REI, il reddito di inclusione. Lei si chiama Maria Maniscalco ed è la moglie di Rosario Lo Bue, capomafia di Corleone, il paesino di origine di Totò Riina e Bernardo Provenzano, il cui clan ha seminato morti e bombe negli anni '80 e '90. Lo scorso 25 novembre, la signora Maniscalco ha presentato domanda al Comune per accedere al reddito di inclusione, che prevede un sostegno per le famiglie con Isee inferiore a seimila euro: il servizio Politiche sociali, scrive Repubblica, ha dato il via libera all'Inps. Il quotidiano ha chiesto notizie sul caso al neo sindaco Nicolò Nicolosi, che però non se sapeva nulla; ma dopo una verifica si è scoperto che «qualcuno dal Servizio sociale del Comune ha addirittura telefonato alla signora Lo Bue per informarla che la domanda non era corretta».  Nella domanda era stato infatti «​inserito nel nucleo familiare il marito, attualmente detenuto. Così la signora ha presentato una seconda istanza». Il sindaco ha bloccato la procedura e annuncia l'apertura di un'indagine interna. «Sorge spontaneo il dubbio che la famiglia di un mafioso non sia proprio nullatenente», afferma Nicolosi. In passato la figlia di Totò Riina aveva chiesto il bonus bebè ai commissari che amministravano il Comune di Corleone, sciolto per mafia, i quali opposero un secco no.

LEGGO

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