mercoledì 30 gennaio 2019

CAMPANIA NEWS Napoli, mamma rapinata mentre accompagna i figli a scuola: «Mi hanno puntato la pistola in faccia»



INSERITO DA ANGELINA CECERE Nuovo allarme sicurezza nel quartiere Colli Aminei. A finire nel mirino dei malviventi, stavolta, una mamma che stava accompagnando i suoi bambini a scuola. Intorno alle 8.30, a via Nicolardi - a poche centinaia di metri dalla scuola Cavour - due balordi a bordo di uno scooter hanno avvicinato l'auto su cui si trovava la donna intimandole di consegnare la borsa e la fede che portava al dito. Il raid, che si è consumato in pochi istanti, è andato parzialmente a segno. Dopo aver consegnato l'anello, infatti, i rapinatori hanno tentato di strappare via la borsa che la malcapitata si accingeva a consegnare. Le cinghie della borsa sono rimaste incastrate nella portiera dell'auto, costringendo i malviventi ad allontanarsi per evitare di essere scoperti.  «Sono stati due minuti terribili - spiega la signora Maria, vittima della rapina - che sembravano interminabili. I ladri hanno approfittato del traffico di via Nicolardi e della lunga colonna di auto ferme. Prima mi hanno intimato di dargli la borsa, poi quando la borsa è rimasta incastrata tra i sedili dell'auto mi hanno puntato contro la pistola e mi hanno chiesto di togliermi la fede. Ero terrorizzata - prosegue la donna - perchè io non avevo mai tolto la fede dal giorno del mio matrimonio e si era incastrata. A fatica sono riuscita a dargliela e dopo essersela messa in tasca si sono allontanati rapidamente. Non so nemmeno io - prosegue ancora la signora Maria - chi mi abbia dato la forza di tornare a casa dopo quello spavento e quella violenza subita. Sono andata dai carabinieri a sporgere denuncia con la speranza che fatti del genere non debbano più ripetersi e, soprattutto, non debbano più ripetersi a ridosso di una scuola». Una emergenza ormai senza fine quella legata ai piccoli reati predatori che si registrano in tutta la città. Pochi giorni fa, proprio nel quartiere Colli Aminei, i residenti avevano rivolto un appello a Questura e Prefettura per ottenere un potenziamento del servizio di sorveglianza da parte delle forze dell'ordine a causa dei numerosi raid vandalici compiuti ai danni delle auto in sosta. L'episodio di stamattina si è concluso solo con un grande spavento per la vittima - e la sottrazione di una fede d'oro - ma i residenti dei quartieri alti della città chiedono ancora una volta un intervento concreto da parte delle istituzioni. «Ormai questo quartiere è terra di nessuno - tuona il consigliere della III Municipalità Gennaro Acampora - ma noi vogliamo che torni ad essere terra di legalità e di forze dell'ordine. Già negli scorsi giorni avevamo chiesto più pattuglie sul territorio, rinnoviamo il nostro appello. Non si può consentire che lo Stato abdichi dal suo ruolo e che lasci nella paura i cittadini inermi di fronte ai delinquenti». Il raid compiuto a due passi da un istituto scolastico sfata quello che era un tabù nel controverso "codice d'onore" della criminalità. I luoghi frequentati dai bambini erano, fino a qualche anno fa, considerati inviolabili anche per i rapinatori. Un patto non scritto che sembra essere crollato ormai del tutto di fronte alla furia dei malviventi che agiscono anche in pieno giorno e anche a pochi passi dalle scuole.  «La rapina di stamattina - ha spiegato ancora Acampora - è un doppio gesto di inciviltà. Per il gesto in se e per il fatto che quel raid è stato compiuto a ridosso di una scuola frequentata da centinaia di bambini. Nelle prossime ore, appena sarà passata la normale fase legata alla paura, accompagnerò personalmente la vittima a denunciare l'accaduto. Denunciare - conclude il consigliere - è necessario, i cittadini devono fare la loro parte insieme alle forze dell'ordine per sconfiggere il cancro della criminalità. Nessuno, a cominciare proprio dalle istituzioni, deve sentirsi escluso da questa battaglia di civiltà».

IL MATTINO

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