giovedì 20 dicembre 2018

SPORT NEWS E SPORT LOCALE Juve, per il 10 serve la Champions. Disastro Roma e Messi. Male Milan e Lazio


INSERITO DA ANGELINA CECERE JUVENTUS 9,5 Un dominio lungo un’era geologica calcistica: settimo scudetto consecutivo; respinto il disperato assalto del Napoli di Sarri (voto 8 da estendere a questa prima parte della nuova stagione targata Ancelotti). Ottavo titolo già ipotecato. Un capolavoro l’ingaggio di Cristiano Ronaldo (voto 9 per l’impatto senza il benché minimo problema nella nostra realtà; voto 4 per l’inquietante vicenda del presunto stupro del 2009). Allegri (voto 9) continua a migliorare la qualità della sua formazione, nonostante l’addio di Buffon (voto 5, intempestivo l’addio proprio nell’anno dell’arrivo di CR7). Perché allora non 10 alla Juventus? Manca ancora la Champions. LEO MESSI 3 Un anno orribile per la Pulce. Sembra una bestemmia dirlo a uno che ha vinto la sua 9ª Liga col Barcellona, il suo 5° titolo di capocannoniere (con 34 gol), la 6ª Coppa del Re e l’8ª Supercoppa spagnola. Messi è rimasto schiacciato ancora una volta dall’ombra di Maradona, fallendo l’ennesimo Mondiale con l’Argentina (voto 2). Ed è uscito ai quarti dalla Champions, eliminato dalla Roma. Dopo 11 anni è finito fuori dal podio del Pallone d’oro. ROBERTO MANCINI 6,5 Chiamato al capezzale di una Nazionale moribonda causa mancata qualificazione al Mondiale, Mancio sta lentamente restituendo agli italiani il gusto di tifare per gli Azzurri. Il ct sta cercando di valorizzare i giovani che, nella concorrenza spietata degli stranieri, si stanno facendo spazio (Bernardeschi e Chiesa su tutti). Il tutto riuscendo a conservare il posto nella serie A di Nations League. INTER 6 - E la media tra il voto altissimo (un 8 pieno), meritato da Spalletti alla fine della stagione scorsa con la vittoria in casa della Lazio valsa l’approdo Champions e il 4 rimediato per il match-ball sprecato a San Siro col Psv, costato l’eliminazione. Una sufficienza che tende al “meno” per come si sta mettendo la questione Icardi (8 a lui, 4 a Wanda Nara e ad Ausilio). Per ora non giudicabile il neo arrivato amministratore delegato Marotta, bel colpo del baby presidente Zhang.  LAZIO 5 La squadra di Simone Inzaghi (voto 5) sembra essere stata inghiottita dalla delusione del ko con l’Inter, ultima giornata della stagione scorsa, costato la Champions. La formazione capace di segnare 89 gol, tre in più della Juve campione? Evaporata. Ma le colpe del tecnico vanno associate a quelle di Milinkovic-Savic (voto 2, un’ombra) e di Luis Alberto (voto 3), pezzi pregiati che il presidente Lotito (voto 7) non ha voluto cedere. MILAN 5 L’avventura di mister Li, l’ex proprietario cinese su cui nemmeno un’inchiesta del New York Times è riuscito a fare luce, ha segnato il 2018. L’esclusione dalle Coppe, cancellata solo grazie all’acquisto del club da parte del fondo Elliott, è diventata realtà con la notte di Atene. Brucia l’eliminazione dall’Europa League per la squadra di Gattuso (voto 5) e inquieta il digiuno di Higuain (voto 4), che non segna da un’eternità. ROMA 4 Da squadra rivelazione della scorsa Champions League a flop più fragoroso della serie A. La squadra di Di Francesco (voto 5) è precipitata dopo un mercato troppo spregiudicato portato avanti da Monchi (voto 4,5). Alle cessioni di pezzi da 90 quali Alisson, Nainggolan e Strootman hanno fatto seguito acquisti di talenti troppo giovani per imporsi subito. Ma il ds ha applicato la politica delle plusvalenze voluta dal presidente Pallotta (voto 4). FRANCIA 9 Nonostante un campionato scarso, il calcio francese ha sollevato la sua seconda coppa del mondo. Premio alla capacità del ct Deschamps (voto 9) di lanciare baby come Mbappè (8,5) e far rendere al top i vari Griezmann (8), Pogba (7,5) e Varane (7). Un voto in meno per l’eliminazione dalle Final Four di Nations League. Mondiale russo che ha esaltato anche la Croazia di Modric (voto 9) e che ha lasciato sul campo la Germania (voto 2), eliminata per la prima volta nella fase a gironi. Germania retrocessa anche in serie B di Nations League. JOSE' MOURINHO 7 L’esonero per un allenatore è come una multa per divieto di sosta per un autista: è sempre in agguato. Ma c’è modo e modo di perdere la panchina e quello di Mourinho è stato da Special One. Il Manchester United, nonostante campagne acquisti dispendiose, non è all’altezza né dei dirimpettai del City, né di Liverpool, Chelsea e Tottenham. Ma Mou se ne va con il tripletino del 2017: Fa Cup, Coppa di Lega e Europa League. Non certo a mani vuote.

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